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Con l’ecografia morfologica il nascituro si svela

 


A cura della Dott.ssa Arianna Prada, ginecologa presso la Clinica Ostetrica e Ginecologica, Presidio Ospedaliero San Paolo, Polo Universitario, Milano


L’ecografia morfologica viene eseguita tra la 20ma e la 21ma settimana di gravidanza per valutare il benessere fetale. Questo esame sfrutta gli ultrasuoni che, emessi da una sonda, si propagano nei tessuti materni e in quelli del nascituro e rimandano un segnale, che permette di ricostruire il bambino su uno schermo.

L’ecografia morfologica deve valutare le dimensioni fetali, l’impianto della placenta, la quantità del liquido amniotico e la morfologia del nascituro.

Con l’ecografia si può individuare globalmente circa il 70% delle malformazioni che possono affliggere il bambino che nascerà. Alcuni organi, come il cuore, si vedono molto bene, mentre altri sono percepibili con minore sensibilità, sia perché la loro formazione si completa in una fase più avanzata della gestazione, o addirittura dopo il parto, sia perché non vengono utilizzati nella vita endouterina, come accade per l’intestino.

Per questo motivo, può essere scoperto circa il 90% delle anomalie cardiache, mentre la quota scende al 40% nelle anomalie dell’apparato gastrointestinale. Alcuni problemi poi possono sfuggire all’indagine ecografica, come i difetti della vista e dell’udito, le alterazioni evolutive, le anomalie genetiche e le sindromi genetiche.

Tuttavia, l’esecuzione di questo esame è fondamentale per poter programmare i successivi controlli della gravidanza e la modalità del parto.