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Sole, ecco come difendersi


A cura della Dott.ssa Floria Bertolini, dermatologa, consulente di ASM


  I filtri solari contenuti nelle creme protettive sono diventati oggi la modalità quasi esclusiva di protezione solare in uso. La loro popolarità deriva probabilmente dalle raccomandazioni dei medici per un’adeguata fotoprotezione, a seguito del progressivo aumento dei casi diagnosticati di melanoma, attribuiti per la maggior parte alle ustioni solari, soprattutto nell’età pediatrica e nell’adolescenza.

Una protezione completa


Ci sono state in passato discussioni fra gli studiosi circa la possibilità che l’uso delle creme solari potesse incrementare l’incidenza dei melanomi, che sono i tumori cutanei più maligni: si è però accertato che non è così. 
Secondo le ultime ricerche, i dati controversi sulla protezione dei filtri solari nei confronti del melanoma possono essere derivati dal fatto che, in passato, le creme solari erano focalizzate essenzialmente sulla difesa nei confronti dei raggi ultravioletti B (UVB), ritenuti dalla comunità scientifica i maggiori cancerogeni per la cute. 

I filtri, viceversa, offrivano poca o nessuna schermatura dai raggi ultravioletti A (UVA), il cui ruolo nell’insorgenza dei tumori cutanei è stato messo in luce soltanto negli ultimi anni. Tuttavia, a causa della maggiore sicurezza che si riteneva garantita dall’utilizzo delle creme protettive, le ore di esposizione giornaliera al sole s’incrementavano, e cresceva il rischio di melanomi provocati dagli UVA che, pur essendo meno pericolosi, mostrano una presenza quasi costante, a differenza degli UVB, concentrati tra le 11 e le 16. 

Le creme solari, alla luce di queste conoscenze, ora vengono formulate fornendo una copertura più equilibrata per UVA e UVB, e quindi si dovrebbe riscontrare un beneficio protettivo completo nei confronti del melanoma. 

Abbigliamento e dieta


Oltre a quello delle creme, non bisogna dimenticare il ruolo degli indumenti (cappello, occhiali, vestiti) nella protezione dalle radiazioni solari. Occorre però saperne valutare attentamente l’efficacia. Il cotone ripara dalle radiazioni ultraviolette molto più delle fibre sintetiche e l’abbigliamento più pesante protegge maggiormente rispetto a quello più leggero. 

In estate si è propensi ad usare capi chiari, perché più freschi, ma questi lasciano passare in misura più massiccia le radiazioni ultraviolette rispetto ai vestiti di colore scuro. 

Inoltre, un capo bagnato preserva meno dello stesso indumento asciutto. Infine, è utile ricordare che, oltre alla protezione “passiva” dalle radiazioni solari, attuata evitando esposizioni prolungate al sole, impiegando un abbigliamento adeguato e utilizzando creme protettive, è importante la protezione “attiva”, mirata a tenere indenni le cellule dai danni al DNA causati dai raggi UV o a riparare tali alterazioni.

A questo proposito è rilevante il ruolo degli antiossidanti (AOS), sia per uso locale sia a livello sistemico (dieta, integratori). Tra queste sostanze benefiche ricordiamo i flavonoidi, che si trovano nella frutta e nella verdura molto colorate, i polifenoli, contenuti per esempio nel tè verde, la vitamina E, l’acido ascorbico, o Vitamina C, la silimarina, presente nel cardo, i derivati della soia, del ginkgo biloba, del trifoglio rosso.